«Voglio essere il padre e l’apostolo della classe più derelitta, di gente che tutti schivano e che Gesù più ama».
Abbiamo vissuto nel silenzio e nella preghiera l’attesa che il Santo Padre ponesse il sigillo della sua mano sul Decreto che dichiara la Venerabilità di don Ambrogio Grittani, Sacerdote diocesano e Fondatore delle Oblate di San Benedetto Giuseppe Labre!
C’è stata una esplosione di gioia in tutta la Famiglia dell’Opera e di tanti amici, alla notizia che il 26 gennaio 2018 il Papa firmava il Decreto, indicando l’eroicità delle virtù del Venerabile Ambrogio Grittani, e dando avvio al culto pubblico da parte del popolo di Dio.
È un dono grande e inestimabile che ci supera, di fronte al quale ci sentiamo da un lato piccoli e inadeguati, dall’altro confortati e fortificati dal giudizio della Chiesa sulla testimonianza di don Ambrogio. La dichiarazione della Venerabilità nulla aggiunge alla santità di don Ambrogio, di cui siamo sempre stati convinti sostenitori, ma esprime l’approvazione di santa Madre Chiesa, che propone al popolo di Dio la testimonianza del Venerabile come strada maestra di spiritualità e di carità evangelica.
Le virtù eroiche di don Ambrogio Grittani sono state evidenziate con adeguatezza e delicatezza nella relazione della Commissione dei Cardinali e dei Vescovi, lo scorso 3 gennaio 2018: «Il Servo di Dio esercitò eroicamente tutte e singole le opere di misericordia verso i mendicanti: li nutrì, li dissetò, li vestì, li curò, li visitò, li consolò, li difese, li assistette nell’ora della morte, totalmente dimentico di sé. Per essi si fece questuante e per loro amore sopportò critiche, mormorazioni, ironie, da parte dei benpensanti. Con illimitata fiducia nella Provvidenza proseguì il suo cammino noncurante delle difficoltà materiali e morali che gli si presentavano e da lui considerate come “carezze di Dio”. …
Svolse con puntualità, dedizione, impegno il suo ministero sacerdotale quotidiano, animato dall’Eucaristia e proteso verso i fratelli. “Oltre quel Tabernacolo – scriveva nella sua maturità – non abbiamo più nulla noi dell’Opera se non che lo spasimo di amare tutti i poveri di corpo e di spirito”. La sua fortezza fu eroica nell’affrontare ogni sorta di prove, la mancanza di fondi, le riluttanze di alcuni barboni dal carattere difficile e infine i dolorosi giorni della malattia. Tutto sopportò con pazienza, compresi gli insulti, senza reagire se non con un sorriso, una buona parola, una disarmante giovialità…».
Di fronte a questa “misura alta” sentiamo che la nostra vita deve cambiare e che il dono ricevuto richiede maggiore responsabilità e attenzione, ed una più grande risposta di amore.
Avremo modo, come Chiesa diocesana, di ringraziare insieme il Signore per questo dono, di ripercorrere le tappe della Causa ringraziando le persone che si sono impegnate con passione e sacrificio, di scoprire la bellezza e l’attualità della testimonianza di don Ambrogio Grittani Venerabile.