“Ho desiderato ardentemente mangiare con voi questa Pasqua”. Erano i suoi dodici poveri apostoli, coloro che Gesù aveva scelto tra i più poveri pescatori, possidenti di uno straccio di rete e di una barca. Ma pure un giorno diranno a Gesù: ecco, noi abbiamo lasciato tutto per seguirti; ora che ci darai? Avevano tanto poco, ma quel poco era stato lasciato come se fosse il molto e perciò i loro cuori avevano saputo e gustato la gioia del distacco, del taglio del bene terreno. E Gesù offre la esuberante ricompensa: “Voi che mi avete seguito, sederete un giorno sui seggi celesti, a giudicare le dodici tribù d'Israele”.
Con questi poveri Gesù vuol trascorrere l'ultima Pasqua di sua vita mortale, la più solenne per i grandi avvenimenti che in essa e dopo si sarebbero attuati. L'Eucaristia, la lezione di umiltà colla lavanda dei piedi, il tradimento di Giuda, la cattura e la cruenta lezione del Getsemani, la spietata Passione, la morte di croce e finalmente la radiosa Resurrezione. lo penso che nessuno, come i poveri apostoli, avrebbe potuto più degnamente assidersi con Gesù a mangiare quella sublime e dolorosa Pasqua; io penso che nessuno, come il povero, possa ancora commemorare la S. Pasqua, rivivendo dal Giovedì Santo alla Domenica di Resurrezione tutte le ore memorabili trascorse da Gesù, Tutta la vita del povero è lì, in quella di Gesù. Eucaristia che affratella il povero al ricco, Cibo divino che non discrimina le anime, ma tutti divinizza i figli di Dio, tutti i figli di Dio rivestiti di grazia, anche se sotto logori cenci. Umiltà che è la vita del povero, tradimento che è il destino del povero; cattura e Getsemani e passione e dolori e morte di Croce, tutto il solo retaggio dei poveri. Ma accanto al povero, come accanto a Gesù, ci sono i Vergini e le Pie donne. Schiere di Sacerdoti e Suore e anime che, pur vivendo nel mondo, hanno amato i Poveri. Questi sono i testimoni della Via dolorosa del Povero e saranno i testimoni della Risurrezione del povero nella Pasqua eterna del Cielo. (Amare 2, 9.4.1944)