Le parole vere non hanno raggiri. Don Ambrogio ha detto: "La vera felicità è nella grazia santificante", cioè nella presenza di Dio nella propria vita.
Perché, caro lettore, tante anime non vogliono procurarsi una grande felicità? Sai bene che fine ultimo di ogni azione umana è la felicità, e tutti, anche i pazzi, agiscono sempre per questo unico scopo, sia pure inconsideratamente, per essere felici.
Orbene io mi domando come mai, almeno quelli che ancora hanno il ben dell'intelletto, e sanno discernere la vera dalla falsa felicità, non abbiano ancora intuito ove si possa sicuramente trovare questa felicità. Anche a non voler studiare il grave problema coi pugni alle tempie, chini sui fogli ingialliti della storia umana, invito costoro a studiare la propria vita e constatare colla propria esperienza che la vera felicità non è nei danari, merce deperibile, non negli onori, fuoco di paglia, non nei piaceri del senso, dolce pillola velenosa, e nemmeno nella sola scienza che senza la fede, è una pallida meteora evanentesi, ma in qualche cosa di meglio. La vera felicità è nella grazia santificante e beatificante. E qui soltanto tu potrai, o mio lettore, esclamare "eureka", ho trovato! (Luce e Vita 16.1940)
Dove attingere quella grazia che è garanzia di felicità per ognuno e per l’intera collettività? Don Ambrogio dice: nella Risurrezione di Gesù! Quando diciamo che Gesù è risorto e ci ha dato la Vita, noi parliamo della Vita divina che già possediamo e che, quando accolta, sostiene l'intelligenza, il sentire, le responsabilità, e dona pace anche tra le lotte del vivere. L’abbiamo constatato, o lettore, il valore della parola del Maestro: Pacem mea do vobis, io vi do la mia pace, non come quella che vi dà il mondo. Precetto pasquale è il punto fermo su cui puntiamo le nostre energie sacerdotali, perché vogliamo lanciare agli uomini naufraganti nella tempesta di una vita senza Dio, la corda della salvezza. A Dio attraverso la confessione e la comunione pasquale. A Dio, o anime annoiate, inquiete, disperate. Venite a Dio. (Ib.)
Le parole vere, dunque, non hanno raggiri. Grandi ideali, morali, culturali, sociali, professionali, possono muovere e dare valore alla nostra esistenza, ma solo quando riconosciamo che tutto ci è stato dato, noi ci sentiamo pienamente uomini.
Essere felici è proprio questo sentirsi pienamente uomini e donne, persone umane che hanno ricevuto dall'Alto un compito di umanizzazione nel mondo, che consiste nel porre il bene dell'uomo al centro dell'impegno personale e comunitario. Coscientemente o incoscientemente, chi realizza questo compito sta compiendo la volontà di Dio, che è quella di "fare di Cristo il cuore del mondo". Infatti Gesù è l'Uomo vero, in quanto Uomo-Dio. Persino il non credente, quando vuole salvare l'uomo rispetto alla logica dell'onore, del favore, della manipolazione consumistica, dell'abuso della dignità e quant'altro, sta lavorando nel progetto di Dio, che è quello di umanizzare il mondo in Cristo. Realizzare questo progetto è possibile, proprio grazie e attraverso quella che Don Ambrogio chiama grazia santificante, la forza vitale di Cristo in noi, dono della sua Resurrezione.
La forza della Pasqua ci apra tutti a questa presenza divina, e ci dia discernimento e passione per umanizzare il mondo in Cristo.