La meditazione di Gesù sofferente

Il 27 luglio 1959, S. Ecc. Mons. Ursi, Vescovo di Nardò si è recato personalmente a Seclì nell’asilo per benedire la VIA CRUCIS. Non ha voluto delegare altri per sottolineare l’importanza che questa pratica di Pietà ha nella vita cristiana e in particolare nella vita di perfezione e di carità abbracciata dalle Suore Oblate di S. Benedetto Labre.

Nella vita tumultuosa e senza requie che si offre ai nostri occhi, la quasi clausura delle Suore sembra un anacronismo, una stranezza; mentre si moltiplicano i treni straordinari per soddisfare il desiderio di muoversi che ha invaso l’umanità, mentre è incalcolabile il numero delle macchine, delle motociclette e di ogni altro mezzo di locomozione, sembra strano il ritiro delle Suore nella loro casa.

Eppure gli uomini si muovano conoscendo appena la loro meta prossima, ma non hanno troppo spesso la minima idea dello scopo del gran viaggio che è la vita. Le Suore invece senza spostarsi camminano e camminano lungo il sentiero che porta al fulgido regno della gloria. Il loro viaggio non ha come meta una stazione balneare o un rifugio alpino, ma le stazioni della Via Crucis che divengono scuola di saggezza divina e infine il radioso splendore della resurrezione.

Gli uomini si muovono anche per dimenticare: si, dimenticare gli affanni, le miserie che accompagnano la vita, gli uomini vogliono trovarsi almeno per alcune settimane tra gente sana, allegra spensierata, piena di vita e anelante soltanto alla vita, le Suore invece percorrono col pensiero e con la preghiera la Via Crucis per dare il giusto valore alle sofferenze altrui e imparare a curvarsi su di esse per curarle e farle servire come ala allo spirito. La meditazione di Gesù sofferente diviene scuola di carità perché nel fratello e nella sorella dolorante per malattia o bisognosa per vecchiaia sono compatiti e sollevati i patimenti di Gesù.

Molto spesso nelle case cristiane manca il crocifisso, dopo che è stato bandito dai cuori, eppure ha ben detto la poetessa che ha ritrovato la luce della verità, che suprema saggezza è sapere ... che sulla terra non si cancella il Sangue di Gesù.

S. Ecc. Mons. Ursi