Dopo la spogliazione degli Altari nel giovedì santo si fa la lavanda dei piedi a dodici poveri per ricordare ai fedeli l’umiliazione a cui volle sottoporsi Gesù, lavando i piedi ai suoi discepoli. La Chiesa ha voluto scegliere dodici poveri per raffigurare i dodici apostoli. È bello però pensare che nessuno poteva più degnamente rappresentarli che i poveri. Erano poveri gli apostoli, avevano tutto abbandonato per seguire Gesù; erano rozzi uomini del lavoro, poveri anche di umane cognizioni. E se per Gesù fu una umiliazione la lavanda, per gli apostoli fu un sommo onore. Attorno ai dodici poveri in ogni cattedrale si stringe il popolo fedele per assistere ed ammirare il gesto dell’altro Cristo, il Vescovo, che lava e bacia quei piedi stanchi dal cammino spinoso della povertà. Assiste ed ama quei poveri degnati di tanto onore e pensa che non c’è altro essere innanzi a cui Gesù s’inchina benigno se non il povero, pensa che non c’è altra vera grandezza che quella di chi, imitando l’umiliazione di Gesù, cura il corpo del povero per santificare l’anima. Se io, Signore e Maestro vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarveli l’un l’altro. Vi ho dato un esempio, affinché anche voi facciate come v’ho fatto io. Ricordiamolo. (Amare 52, 25.3. 1945).