L’Opera S. Benedetto Giuseppe Labre ha suo unico e basilare scopo di assistere ogni giorno spiritualmente e materialmente i mendicanti, cioè quella categoria di uomini e di donne che, o perché inabili al lavoro per un difetto fisico, o perché vecchi, non potendo procurarsi da mangiare, sono costretti a stendere la mano per cercare l’elemosina in istrada. Questi poveri mendicanti sono privi del cibo quotidiano, o almeno vivono in ansie per procurarselo; questi poveri mendicanti, proprio perché preoccupati per il cibo, trascurano i loro doveri religiosi, come S. Messa anche festiva, SS. Sacramenti, istruzione religiosa etc. La mancata partecipazione ai doveri spirituali non raramente è generata da un senso di sfiducia in Dio o da una specie di peccaminoso dispetto verso Dio e la religione, perché viene attribuita ingiustamente a Dio la causa della loro penosa situazione. Questi poveri mendicanti hanno ancora un geloso attaccamento alla libertà. Se si accostassero e si dicesse loro che per liberarli dalle ansie di alimentarsi si vorrebbe chiuderli in istituti di mendicità, essi si rifiuterebbero e ci spiattellerebbero sul viso queste autentiche parole: preferisco morire di fame, anziché essere chiuso in istituto di mendicità, perché perderei la libertà. Alcuni che da principio si lasciano persuadere a rinchiudersi, dopo un poco di tempo scappano come uccelli in gabbia, appena sbadatamente si lascia lo sportello aperto e tornano alla strada, alla miseria, alla sporcizia, e magari anche al rischio di morire. Orbene l’Opera avvicina questi amanti di una libertà piena di stenti o di miseria e dice loro: vi lascio la libertà di casa vostra, ma vi tolgo l’ansia, il rischio e la disperazione della vita, dandovi il sostenimento, perché meno triste sia la vostra vita e meno spregiata nel perenne errare dell’accattonaggio, piaga sociale che costituisce la vergogna dei popoli civili. Nel contempo Vi offro anche un cibo superiore, quello dell’anima, col farvi partecipare alla S. Messa quotidiana, alla istruzione religiosa e col farvi desiderare un più frequente uso dei SS. Sacramenti, che sono i canali di grazia anche pei poveri, in modo che della vostra povertà possiate sentire la beatitudine proclamata da Gesù.
Quando l’Opera assicurerà il cibo quotidiano verrà immediatamente soppresso l’accattonaggio; il tempo sciupato nella strada per mendicare, viene utilizzato in Chiesa e il disgraziato fratello, diviene il benedetto figlio di Dio, amato e non più odiato dalla società, perché non costituisce più la sua vergogna, ma il suo giusto ornamento nella costituzione di un ordine gerarchico – ricco e povero – che nessuna organizzazione potrà mai distruggere – come non si può distruggere la distinzione intellettuale del dotto e ignorante o fisiologica del sano e dell’ammalato. Il povero così amato ed aiutato diviene la chiave d’oro che apre il Paradiso al ricco. (Amare 12, 18.6.1944).