Il nostro Istituto è nato a Molfetta nel 1947 ad opera del Servo di Dio Don Ambrogio Grittani. Egli volle le Oblate a servizio dei poveri e perciò vendette tutti i suoi averi per costruire “l’Opera”, cioè la casa dei poveri, in cui tutti i bisognosi avrebbero trovato tetto, cibo, assistenza, ma anche educazione all’impegno per la propria sopravvivenza, e soprattutto una famiglia in cui sentirsi amati.
Quando compresi che la società
è divisa in due classi:
quella dei forti e quella dei deboli,
dei felici e degli infelici,
quella dei ricchi e quella dei poveri,
decisi di consacrare la mia vita a
sfamare i poveri
confortare gli infelici
sostenere i deboli.
Oggi le Oblate si occupano di anziani, ammalati, poveri, e anche ricchi da sensibilizzare alla solidarietà verso i poveri, come voleva Don Ambrogio. Hanno anche scuole materne e svolgono il servizio parrocchiale.
Rispondendo alla sollecitazione di Don Ambrogio, che diceva:
Andremo dove il Signore ci vuole, purché ci siano poveri da sfamare e difendere, le Oblate hanno aperto un centro missionario educativo a Zheje- Mamurras in Albania nel 1994, e sono presenti dal 2014 in Nigeria, in Umuahia, Abia State, giunte con il progetto già maturato di creare una piccola struttura sanitaria di maternità e pediatria e anche una piccola scuola, dove accogliere
la vita che nasce e la vita che cresce.
L’obiettivo dell’Istituto di avere una casa in Nigeria parte da lontano, da quando cioè l’Istituto ha accolto le prime sorelle nigeriane provenienti dalle Diocesi di Owerri e Okigwe, a sud della Nigeria, nella zona martoriata che conosciamo come ex Biafra.
Queste sorelle hanno ricevuto in Italia la formazione alla Vita Religiosa e hanno frequentato corsi di infermieristica, assistenza sanitaria, pedagogia. L’esperienza di Vita Religiosa vissuta in Italia a servizio dei poveri, degli ammalati, dei bambini in formazione, con strumenti e metodologie evolute ha fatto crescere in loro il desiderio di portare il carisma del Fondatore e la loro esperienza personale in Nigeria. Infatti, nelle loro esperienze quotidiane di servizio, le nostre Oblate nigeriane spesso esclamavano:
quanto sarebbe utile portare questi sistemi in Nigeria! Quante persone potremmo aiutare! Quante vite che nascono potremmo salvare! E anche:
Come sarebbe bello portare il volto del nostro Istituto in Nigeria, far conoscere la parola di consolazione che Don Ambrogio aveva per i più poveri! Il confronto con queste sorelle, inizialmente faticoso, ci ha avvicinate ad una “rilettura africana” della spiritualità dell’Istituto e del carisma di Don Ambrogio, che continua nell’oggi.
Fase di avvio
Dopo alcuni anni di ricerca e di contatti con alcuni Vescovi nigeriani, finalmente il 18 giugno 2014 l’Istituto è entrato stabilmente in Nigeria, sostenuto dal Vescovo di Molfetta, Mons. Luigi Martella, e accolto da Mons. Lucius Ugorji nella Diocesi di Umuahia.
Mons. Ugorji come un padre ha messo a disposizione delle nostre Suore, per due anni, sia una casa dove abitare, sia la gestione del reparto di Maternità dell’ospedale diocesano Madonna Catholic Hospital, per dare la possibilità alle suore di realizzare un’esperienza che sarebbe stata utile per il progetto futuro dell’Istituto.
Successivamente, quando abbiamo maturato la decisione di stabilirci definitivamente in Umuahia, abbiamo chiesto al Vescovo di indicarci alcuni suoli edificatori dove costruire una realtà nostra. Il Vescovo ci ha mostrato cinque terreni tra cui scegliere quello più adatto alle nostre esigenze missionarie, dicendoci che lo offriva in donazione al nostro Istituto: a nostro carico solo le spese dell’Atto di registrazione, ciò che noi chiamiamo Atto di proprietà.
Abbiamo scelto un terreno appartenente al villaggio di Ubakala, per la vantaggiosa posizione, poiché si trova non distante dal centro di Umuahia, dove si può usufruire di tutti i servizi necessari alla vita quotidiana, e allo stesso tempo si trova all’interno di un villaggio povero, dove si può essere più utili alle persone che vi abitano.
Il 22 gennaio 2016, con soddisfazione, abbiamo ottenuto il riconoscimento giuridico dell’Istituto in Nigeria, grazie al quale abbiamo potuto compiere la “registrazione” del suolo di Ubakala, datata 12 aprile 2016.
Nel frattempo a Molfetta è entrato il nuovo Vescovo, Mons. Domenico Cornacchia, che ha mostrato di sostenere sin dal principio il nostro progetto missionario in Nigeria, anche perché aveva seguito personalmente, sia pur per breve tempo, la formazione di alcune sorelle nigeriane. Con la benedizione di Mons. Cornacchia, il 31 agosto 2016 abbiamo inaugurato ad Ubakala l’avvio dei lavori per mano di Mons. Ugorji, in un momento di festa per il villaggio. Di lì ha preso l’avvio la costruzione della casa delle suore, con un piano riservato alla formazione delle giovani, e sono state scavate anche le fondamenta per la piccola struttura ospedaliera di Maternità e Pediatria, per la vita che nasce. In futuro ci proponiamo di costruire anche una piccola scuola per accogliere e formare la vita che cresce.
L’esperienza presso la Maternità dell’ospedale diocesano è stata un dono per le nostre suore, perché ci ha consentito di compiere le nostre scelte future con discernimento e convinzione. Nel frattempo, infatti, abbiamo programmato la formazione delle suore incaricate: suor Agostina ha frequentato il semestre di adeguamento, in Nigeria, della sua laurea infermieristica conseguita in Italia; suor Cordelia ha intrapreso gli studi di laurea infermieristica, e, recentemente, vi si è inserita anche suor Mary; suor Roseline, che aveva conseguito in Italia il Magistero in Scienze Religiose, ha frequentato un corso di aggiornamento degli insegnanti in Nigeria, riuscendo per un anno a fare esperienza di insegnamento in una scuola, e attualmente sta frequentando un corso formativo per formatori di giovani in vocazione.
Ubakala: un progetto a servizio della Vita
Il progetto missionario del nostro Istituto si rivolge dunque ad uno dei tanti Sud della terra: a sud della Nigeria, in un villaggio dell’ex Biafra, Ubakala, che si trova alla periferia di Umuhaia, in Abia State. Qui la gente, come avviene in tutte le nazioni dell’Africa, è costretta a provvedere alle spese sanitarie di ogni genere, perché lo Stato ancora non interviene nei bisogni dei singoli, anzi le strutture sanitarie sono utilizzate come fonti di guadagno.
Le nostre suore, desiderose di portare il carisma del Servo di Dio Don Ambrogio Grittani, Sacerdote dei poveri, hanno vissuto una ricca esperienza presso l’Ospedale diocesano Madonna Catholic Hospital, a servizio del reparto di Maternità.
Lavorare in un reparto di Maternità significa impegnarsi al servizio della vita, non solo per le creature che nascono, ma anche delle loro mamme, perché spesso la precarietà delle attrezzature ospedaliere, la scarsa igiene, la mancanza di strumenti di primo soccorso, il costo eccessivo delle prestazioni ospedaliere, mettono a rischio la riuscita del parto e la vita stessa del bambino o della donna. Persino il parto è a carico della famiglia, e così anche ecografie, visite mediche, medicinali, trasfusioni, ecc.: tutto è a pagamento, sicché le persone più povere rinunciano all’assistenza ospedaliera e si abbandonano con rassegnazione al corso degli eventi. La gravidanza, ritenuta evento sacro di gioia e di maturazione della coppia, e ancora tanto diffusa in tutta Africa, spesso viene vissuta con angosciosa preoccupazione.
Su questa realtà il nostro Istituto si sta impegnando. L’esperienza di due anni e mezzo nel reparto di Maternità dell’ospedale diocesano ha consentito alle nostre suore di qualificare, in piccoli passi e piccoli mezzi, l’assistenza alle donne in gravidanza, rendendola più sicura e più accessibile anche alle famiglie più povere. Hanno accompagnato la gravidanza delle loro pazienti con incontri di formazione umana e cristiana, psicologica, medica e igienica, offrendo regolari controlli a prezzi accessibili, che spesso hanno consentito di prevenire ulteriori complicazioni. Le partorienti con i loro bambini sono state seguite anche nelle fasi successive al parto, creando con le suore, con le ostetriche e tra loro stesse rapporti umani di confronto e sostegno reciproco. Alcune di queste donne hanno cominciato anche a confidarsi con le suore, le quali hanno sperimentato, proprio in questa forma di dedizione, la dimensione bella e profonda della maternità spirituale.
Proprio l’esperienza di essere coinvolte nelle situazioni di cura sanitaria dei bambini in fase di crescita ha fatto
maturare il proposito di creare, nella nostra futura struttura, anche un ambiente di pediatria, e per completezza missionaria, anche una piccola scuola dove farsi carico della formazione di questi bambini. Un servizio, dunque, di dedizione alla Vita che nasce e alla Vita che cresce
I nostri obiettivi immediati, dunque, sono:
- la costruzione della piccola struttura di Maternità e Pediatria: sarebbe molto bello e significativo pensare che la Diocesi di Molfetta, dove Don Ambrogio ha fondato l’Opera per i poveri e alla quale apparteniamo come Istituto di Diritto diocesano, abbraccia e sostiene questo progetto;
- il sostegno sanitario ai bambini di Ubakala, con interventi di primo soccorso, attraverso l’acquisto in loco di materiale sanitario e la raccolta in Italia di pomate e disinfettanti per la cura di infezioni, infiammazioni, punture di insetti e altri problemi dermatologici;
- il sostegno alimentare ai bambini del villaggio di Ubakala: abbiamo avviato l’iniziativa di offrire mensilmente il riso ai bambini, e se la Provvidenza ci accompagna potremmo aumentarne la frequenza. (Con € 40.00 si offre un pasto a 30 bambini: essi sono abituati ad un solo pasto al giorno, durante la giornata mangiano frutta e arachidi)
Tutte noi Oblate ringraziamo con sincera e commossa gratitudine il nostro Vescovo Domenico perché con questa decisione di dedicare quest’anno la Quaresima di Carità della Diocesi al nostro progetto missionario in Nigeria, non solo ci offre l’occasione di far conoscere nella Diocesi il nostro progetto, la speranza di creare dei ponti tra la Diocesi di Don Ambrogio e i poveri di Ubakala, di raccogliere i frutti della solidarietà della gente sensibile, quanto soprattutto perché questa considerazione nei nostri confronti è l’espressione della vicinanza di Sua Eccellenza alla nostra Famiglia Religiosa e al nostro “sogno missionario”.
Un sincero, fraterno ringraziamento a Don Cesare (direttore Caritas dicoesana) che sin dal primo momento del nostro ritrovarsi all’Opera ha dimostrato vicinanza, interessamento, impegno fattivo.
Don Ambrogio protegga e benedica dall’alto quanti si impegnano nel suo ideale.